‘O MUNACIELLO

È uno spiritello leggendario che pare abbia le fattezze fisiche di un ragazzino deforme (o di una persona di bassa statura), abbigliato con un saio e fibbie argentate sulle scarpe: stiamo parlando di “‘O munaciello”, che in napoletano significa “il piccolo monaco”.
Sarebbe una figura dispettosa (ma non sempre) e tenderebbe a esprimersi nei confronti degli abitanti della casa dove appare con tipiche manifestazioni di simpatia (lasciando monete e soldi nascosti dentro l’abitazione oppure facendo scherzi innocui che possono essere trasformati in numeri da giocare al lotto); di antipatia (nascondendo oggetti, rompendo piatti e altre stoviglie, soffiando nelle orecchie dei dormienti); o di apprezzamento (sfiorando con palpeggiamenti le belle donne).
Un proverbio napoletano recita: «‘o munaciello: a chi arricchisce e a chi appezzentisce», significando che “il munaciello o arricchisce o manda in miseria”. In nessuno dei tre casi suddetti bisogna però rivelare la sua presenza: secondo il folklore napoletano possono capitare disgrazie e sfortuna a chi rivela una sua visita.
La leggenda del “munaciello” ha origini addirittura plurisecolari: due sono le ipotesi più accreditate dagli studiosi delle tradizioni popolari.
Secondo una prima teoria, il “munaciello” sarebbe realmente il figlio di Caterinella, una signorina di buona famiglia rinchiusa in convento dopo che il suo fidanzato (sgradito alla famiglia di lei) fu assassinato nel 1445. Il bambino fu cresciuto nel convento, dove le suore mascherarono le sue deformità con un abitino da monaco (da cui il diminutivo munaciello), fino a quando egli morì in circostanze misteriose. Dopo la sua morte, il popolo napoletano continuò a vederlo nei posti più disparati e iniziò ad attribuirgli poteri magici connessi al fatto che dalle sue apparizioni potevano ricavarsi dei numeri fortunati da giocare al lotto.
Altra leggenda invece vuole che egli sia stato l’antico gestore dei pozzi d’acqua, il quale riusciva (per la sua statura piccola) a entrare nelle case passando attraverso i canali che servivano a calare il secchio.
Vi è anche una terza ipotesi, che lo descrive come piccolo demone, dispettoso perché cattivo, anche quando lascia monete (in tal caso, il denaro sarebbe un’offerta ai vivi per attirarli dalla sua parte).
La leggenda popolare vuole che uno dei vari rifugi del “munaciello” si trovi a Marina del Cantone, nella torre di Montalto, località di Sant’Agata sui Due Golfi (Massa Lubrense), ma lo si troverebbe un po’ ovunque in Campania, specie nel capoluogo e nei paesi limitrofi.
02/07/2009, Davide Longoni