LA LEGGENDA DELL’UOMO FALENA

“The Mothman” diremmo in inglese. E infatti uomo falena è il calco esatto di questo nome dato a una strana e misteriosa creatura che intorno alla fine degli anni Sessanta si sarebbe aggirata in un piccolo villaggio del West Virginia, Point Pleasant.

Un migliaio di famiglie vivono in questa tranquilla cittadina, situata del cuore dell’America orientale, tra il fiume Ohio e il Kanawa, dove ogni cosa sembra essersi fermata agli anni Cinquanta. Case e auto hanno un sapore lontano, al punto che un qualsiasi turista – passeggiando fra queste vie – potrebbe avere la sensazione che niente di male è mai capitato né potrebbe capitare a Point Pleasant. Eppure questa cittadina è stata spettatrice per ben 13 mesi di eventi assolutamente terrificanti e inspiegabili.

La notte del 15 novembre del 1966, due coppie di ragazzi vedono qualcosa che li terrorizza a morte e dalla quale cercano di fuggire senza respiro. Arrivati fino all’ufficio dello sceriffo, a quest’ultimo raccontano l’accaduto. Linda Sacarberry, una delle due ragazze disse: “ Stavamo andando in giro in macchina quando ci siamo imbattuti in una specie di creatura. Non era un uccello. Il corpo era quello di un uomo, solo le ali lo rendevano simile a un uccello. Gli occhi erano di un rosso molto strano, non avevo mai visto un rosso così. Non riuscivi a staccare lo sguardo. Abbiamo avuto la sensazione che quella creatura avesse voluto dirci qualcosa con gli occhi. Sembra in parte uomo e in parte … Non saprei. Eravamo troppo spaventati per restare lì e scoprirlo. Siamo fuggiti il più in fretta possibile. E lui ci ha seguiti in volo per tutta la strada fino ad arrivare in città. Quella creatura è piombata giù e ha urtato il tettuccio dell’auto così abbiamo voltato e siamo corsi all’ufficio dello sceriffo”.

Lo stesso sceriffo, qualche tempo dopo, quando altri agenti della polizia cercarono di screditare la testimonianza dei ragazzi, dichiarò: “ Conosco quei giovani sin da quando erano bambini e non hanno mai avuto nessun problema, ma quella notte erano veramente sconvolti dalla paura”.

E questo fu solo l’inizio di un incubo perché dopo quella sera gli avvistamenti del Mothman si moltiplicarono. Il 16 novembre, cioè il giorno dopo la prima testimonianza, due donne e un bambino videro l’uomo falena aggirarsi dalle parti di una vecchia area dismessa della TNT utilizzata come deposito di dinamite. Il 24 novembre altri quattro testimoni affermarono di aver avvistato lo strano essere mentre volava sopra l’area dei capannoni della TNT e da quel momento iniziarono a circolare le prime raffigurazioni della creatura. Il 25 novembre, invece, un altro testimone disse di aver visto l’uomo falena in un campo mentre spiegava le ali e cercava di raggiungere il suo furgone. Quest’ultimo rappresentò il primo avvistamento avvenuto durante le ore diurne. Qualcosa di analogo lo testimoniò il 26 novembre la signora Ruth Foster che uscendo in giardino si ritrovò l’uomo falena di fronte. Terrorizzata tornò in casa chiamando aiuto. Ma all’arrivo del cognato, l’essere era già volato via.

Con questa inquietante cadenza gli avvistamenti continuarono a susseguirsi. E non più soltanto a Point Pleasant ma anche in località lì vicine. Alcuni ipotizzarono che potesse trattarsi soltanto di un animale dalle enormi dimensioni, forse un uccello notturno: un barbagianni. Eppure la descrizione fatta dell’uomo falena da parte degli abitanti di Point Pleasant ricorda moltissimo altre descrizioni fatte in altri luoghi del mondo a proposito di esseri metà uomo e metà uccello. Si pensi solo alla Nuova Guinea dove esisterebbe il ropen, “demone volante” dalle fattezze umane e un’apertura alata di circa 7 metri, o alla Persia dove esisterebbe il simurg, una sorta di pavone dalla testa canina.

A ogni modo, tornando in West Virginia, per 13 lunghi mesi gli avvistamenti del Mothman continuarono, tanto da destare l’interesse dell’opinione pubblica. Il giornalista – esperto di ufologia e demonologia – John Keel dedicò dieci anni della sua vita al misterioso caso dell’uomo falena, pubblicando poi un resoconto delle sue indagini, noto come “ Il caso Mothman”.

Lo stesso Keel venne interessato anche dal fatto che in quei mesi il piccolo paese di Point Pleasant iniziò a essere vistato da strani personaggi, dei “man in black”, che parlavano in maniera strana e portavano con loro strane apparecchiature. Inoltre, nello stesso periodo le linee telefoniche dell’intera cittadina vennero messe tutte sotto controllo e alcuni abitanti venne minacciati se solo avessero parlato ancora dell’uomo falena.

Ma il fatto più strano è forse dato dalle strane telefonate che anche Keel ricevette per lungo tempo. Qualcuno, infatti, lo contattava raccontandogli in anticipo di fatti inquietanti che poi puntualmente si verificavano. Compreso il crollo del Silver Bridge avvenuto il 15 dicembre 1967.

John Keel pare fosse stato avvisato del fatto che il ponte sarebbe crollato e una donna, giorni dopo, affermò di aver visto qualcuno arrampicarsi sulla struttura del ponte facendo pensare, dunque, che la tragica storia del ponte crollato, abbia strettamente a che fare con le apparizioni dell’uomo falena, considerato da quel momento in poi portatore di sventure.

Sembrerebbe, infatti, che anche a Chernobyl, due impiegati della centrale nucleare locale poco prima dell’esplosione avessero visto “un grande uomo scuro senza testa con grandi ali e occhi rosso fuoco”. In seguito al disastroso incidente atomico, impiegati della centrale e piloti russi dichiararono di aver visto un enorme uccello nero con ali grandi sette metri volteggiare tra i fumi tossici.

E il mistero non finisce qui perché esiste un altro avvistamento documentato da Steven Moran  risalente all’11 settembre, dopo il crollo delle Twin Tower, che testimonierebbe l’esistenza dell’uomo falena. In una foto scattata causalmente da Moran, si vede nitidamente quello che è stato soprannominato “l’angelo” o “il demone volante”. Per molti si tratta inevitabilmente del Mothman.

Giusy Tolve